Pagina:Vasco - Della moneta, 1788.djvu/185

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dell’incostanza perpetua della detta proporzione, alla quale non è rimedio; e bisogna che possa agire in libertà senza guastare la legge, quando non si voglia usare la tediosa vigilanza di facilmente ritoccare la legge ogni mese, facilità che spesso produce altri disordini.

“Sono notabili le di lui parole a pag. 42 ivi. L’argento dunque, e l’argento solo è la misura del commercio. E veramente dovendo ella essere perpetuamente la stessa, e dappertutto uniforme, e dovendo conservare la stessa proporzione di valore in tutte le sue parti, non possono due differenti metalli, come l’oro e l’argento, tutti due insieme, e nello stesso tempo essere a proposito per costituirla e conservarla tale in veruna parte del mondo. Un solo e medesimo metallo può mantenere questa necessaria invariabilità della misura, e questa uniforme proporzione di valore, siccome la mantiene in fatti l’argento rispetto all’argento, e l’oro rispetto all’oro; un’oncia d’argento è sempre di valore eguale a un’oncia d’argento, e un’oncia d’oro a un’oncia d’oro, e due once dell’uno e dell’altro son di doppio valore di un’oncia sola di ciascheduno de’ medesimi. Ma l’argento e l’oro l’uno relativa-