Pagina:Vasco - Della moneta, 1788.djvu/24

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in fatto di monete, che dai valori numerarj non abbia l’origine. Supponendo i valori numerarj proporzionati sempre ai reali valori reciproci delle monete (nel qual caso sembra ch’esser debbano minori gl’inconvenienti) è però facile osservare dalla storia di tutte le Nazioni, che i valori numerarj tendono sempre all’accrescimento, e si aumentano in fatti vieppiù sempre ovunque non trovasi abbondanza di lire effettive in circolazione. Non sarà difficile conghietturare la cagione di questo accrescimento. Avviene facilissimamente, che alcuna specie di moneta, per qualunque passaggera cagione, è dai negozianti desiderata e ricercata particolarmente. Questa ricerca dà subito un agio a quella moneta, onde se correva 30. lire, si trova a cambiarla a 30. ed un quarto. Avvezzo una volta il popolo a valutare 30. lire e cinque soldi quella moneta, troppo mal volontieri s’adatta a darla per 30. lire, onde restituitosi poscia l’equilibrio antico fra le specie, essendo cessata la passaggera cagione dall’alterazione, s’innalza per tacito consenso de’ negozianti in proporzione il valore numerario di tutte le altre monete. Un simile effetto deve produrre la corrosione delle monete d’argento, per cui avendo esse perduta una quantità del loro peso, non si diminuisce perciò il loro valore numerario, ma si


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