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relazione di pietro gritti 117

all’offese de’ spagnuoli, doveva dubitar delle cose sue, anco per le qualitá de’ ministri spagnuoli, i quali vengono al governo di Milano, che spesso sono de’ spiriti inquieti e per il piú tengono un’autoritá grandissima e massime generali di procurar il servizio del re in questa provincia: onde molte volte per l’imprudenza o mala volontá di un solo ministro si vedono di quelle essorbitanze, che per ragione non si doveriano vedere giammai; e che anco di una essorbitanza aveva il duca da temere. Ma tutto questo sia detto incidentemente, essendomene stato parlato per via di discorso e da chi non dipende dal signor duca.

Nel Monferato si trovano descritti 18.000 fanti e 600 cavalli, la quale è molto buona gente, e dicono che sia migliore di quella delle ordinanze del Stato di Mantoa. Altre volte trattarono spagnuoli di permutar la cittá di Cremona e territorio con questo Stato del Monferato, e poco tempo innanzi la morte del signor duca Vicenzo fu rinovata la trattazione di questo negozio. Questa permuta saria con molto vantaggio de’ spagnuoli, perché, se bene niuna cittá del Monferato si può equiparar a Cremona, che dopo Milano è stimata una delle piú populate cittá di Lombardia, tuttavia il Monferato è maggior paese e fertilissimo e abondantissimo, ha tre cittá e, quello che molto piú importa, serviria per frontiera al Stato di Milano dalla parte del marchesato di Saluzzo e del Piemonte. Un altro avantaggio averiano spagnuoli, e notabilissimo, quando facessero questo cambio; ed è che necessiteriano il signor duca di Savoia a dipender da loro e quasi le metteriano il fren, serrandolo e stringendolo da quella parte a punto nella quale si trova manco gagliardo e ha lo Stato piú aperto; e saria anco di gran momento a’ spagnuoli per molestar il duca di Savoia l’acquisto, che fariano, della cittadella di Casal, che è piazza di molta importanza. Si intende però che la cittá di Cremona non assentirebbe di sottoporsi alla cittá di Mantoa; e credesi che anco il duca sia alieno da questo partito, poiché si priverebbe delli sudditi suoi naturali, che le sono affezionati, per acquistar sudditi e Stato nuovo, del possesso del quale non potria né anco restar ben sicuro,