Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/135

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relazione di pietro gritti 129

e sará a sufficienza: che in ogni sua azione si fa conoscere degno fratello del signor Giovan Battista, secretano dell’eccelso Conseglio di Dieci, le onorate, degne e singolari condizioni del quale la Serenitá Vostra molto ben conosce.

Al mio partir di lá, il signor duca mi diede quell’anello, che ho presentato riverentemente a’ piedi della Serenitá Vostra, dicendomi che, se bene era una bagatella che le aveva data l’infante, voleva però che per suo amore lo godessi. Se le Signorie Vostre eccellentissime si compiaceranno di graziarmene benignamente, si come con ogni riverenza le supplico, lo conserverò tra le mie cose piú care e ne tenero quel conto e ne farò quella stima che farei d’ogni maggior dono, come segno della publica munificenza e come testimonio che gli sia stato accetto il mio devoto e riverente servizio. E se ben so che la debole opera mia in questa picciola legazione non può essere stata tale che meriti che io vegga segni della sua benigna grazia, è però effetto dell’ordinaria, somma e singolar benignitá delle Signorie Vostre eccellentissime aver piú riguardo all’affetto, all’ardor ed alla devozione dell’animo di chi le serve, che alle opere ed agli effetti medesimi.