Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/151

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relazione di gioanni da mulla 145

tutti i pericoli ed i disturbi. E s’afferma in Mantova essere gran vanitá la voce sparsa dell’inabilitá del signor duca e di don Vicenzo alla procreazione, dicendo queste essere invenzioni di persone interessate e desiderose di turbolenza, ed esser ordinario costume degli uomini il darsi a credere e procurar che da altri sia creduto ancor per vero quello che tornerebbe lor conto e profitto che fosse. Ma il grave e rilevante intricco è che il signor duca non si marita, sta cosí e porta innanzi: gli anni trascorrono, e l’occasioni anco possono fuggirsi e, con esse insieme, le speranze del bene. E veramente condizione molto miserabile è quella a cui, o per propri interessi o per poca prudenza o per altro occulto giudizio di Dio, si sono al presente ridotti i principi d’Italia, che, oltre il dipender a un nuto, a un cenno di principi grandi e potenti si, ma infine poi non padroni assoluti di questa provincia, si sono in modo incatenati della volontá e del libero arbitrio, che lor non sia lecito manco disponer di se stessi nella piú libera operazione dell’uomo, come è il potersi maritare a voglia sua: azione tanto assoluta e dipendente da ciascheduno, che né anco il padre può impedire o astringer il proprio figliuolo. In questo stato si trova il signor duca di Mantova e, per mio debil senso, non credo che possa seguire il suo accasamento senza il beneplacito de’ spagnuoli. E, quando pur volesse egli procurar di farlo senza parteciparglielo, si romperebbe con loro senza frutto e gettarebbe il tempo e l’opera inutilmente, perché chiara cosa è che li spagnuoli, di quella maniera che hanno obligato il duca a non maritarsi senza l’assenso loro, dell’istesso si sono accordali anco con quei principi che potessero apparentar con lui, con averli posti in obligo di non far cosa alcuna senza la loro saputa. E certo Fiorenza e Modena ancora, per quanto si dice, ne hanno giá data la parola al re. Mi disse il signor duca che conosceva il suo bisogno, che in ogni maniera voleva accasarsi, né differir di avantaggio, che in breve aspettava esser da Spagna posto in libertá di poterlo fare, che ne aveva ultimamente fatto parlar in corte e che, di lá sbrigato, sapeva donde potersi di subito maritare. Nel qual caso, per quanto ho potuto penetrare,