Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/165

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relazione di gioanni da mulla 159

obedisse e servisse sempre con gl’istessi sudditi, Stati e vita medesima questa serenissima republica, meritarebbe nome del piú ingrato ed indegno principe che oggidí fosse al mondo: nota e macchia, da cui tanto si doveva guardare chi fosse nato, cresciuto e fosse anco per morire col solo oggetto d’onore dinanzi gli occhi, come fa e farebbe l’Altezza Sua.

L’istessa obligazione professa a Vostra Serenitá non solo don Vicenzo e madama di Ferrara, come ho detto, ma la corte e la cittá tutta; ed io non ho parlato con alcuno di quei cavallieri, i piú principali de’ quali sono quasi tutti stati a vedermi, che non abbia compreso riconoscere essi la sua salute dalla republica, e da ciascuno viene magnificata ed essaltata la benignitá e munificenza di lei fino al cielo. E infine nella plebe si vede chiaramente scolpito in fronte l’obligo a Vostra Serenitá; e con atti esteriori di umiliazione e di rispetto hanno procurato quei populi, mentre mi son fermato in quella cittá, manifestarmi l’interno de’ loro cuori.

E, se ben mostra il signor duca, come ho detto, tanto rispetto a’ spagnuoli, si può anco però sperare che questo sia caso, come si suol dire, di necessitá per le cose giá dette: per conoscersi egli essere a peggiore condizione che mai con Savoia; per le cose del mondo, che caminano, come si vede, piú tosto torbide che serene; per non vi esser re in Francia; per esser quel regno in se stesso commosso; per non saper che promettersi dalla regina, della cui protezione è giá in chiaro; e perché la libertá del maritarsi, punto tanto essenziale, è in mano degli stessi spagnuoli. E veramente non ha fatto il duca in questi travagli il maggior errore che legarsi in Spagna nelle cose del suo matrimonio, né si può negare che non lo conosca, e per me credo che ne sia pentito all’estremo.

Ma in ogni modo la conservazione di questo principe troppo deve premer a Vostra Serenitá. Li rispetti sono infiniti, né io devo perder piú tempo col considerare particolarmente: i confini che ha il Stato della Serenitá Vostra col Mantovano; quanto in occasione di guerra sia questo rispetto del confine rilevantissimo ed importantissimo; di quanto momento ed interesse