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VII

RELAZIONE

dell’illustrissimo ed eccellentissimo

signor NICOLÒ DOLFIN

ritornato d’ambasciatore

al signor duca Carlo di Mantoa,

Monferrato, Nivers, Retel e Umena,

letta nell’eccellentissimo senato il 5 agosto 1632.

Serenissimo Prencipe, da una legazione di brevi giorni, qual è stata la mia al signor duca di Mantoa, ad una breve relazion a questo eccellentissimo senato, nei soli punti essenziali ristretta, esistimo di ridurmi. In questa parte almeno m’aggiustaro: dall’un canto al commodo delle piú gravi occupazioni publiche; dall’altro, col non aver interposto da questo ultimo ufficio a quello del ripatriar mio che pochi giorni d’intervallo: se mancara d’adornamenti la tessitura dello scrivere, goderan al certo le cose, che sono per riverentemente esponer, del vantaggio dell’opportunitá presso la notizia di Vostre Eccellenze.

Io devo discorrer delli Stati di Mantoa e di quel signor duca in termini molto differenti da quelli che han fatto tutti gli altri ambasciatori di Vostra Serenitá, ritornati da quelle legazioni. Fissi han parlato di Stati floridi, di popoli numerosi, di ricchezze di quella casa abondanti. A me tocca rappresentar la destituzione d’un paese, di popoli e di casa che rissente in ben compatibile maniera e rissentirá per piú d’una etá le miserie del sacco, inumanamente inferitoli giá due anni da’ tedeschi. Col discorso gli altri hanno versato sopra prencipi italiani