Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/187

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relazione di nicolò dolfin 181

ad ognuno apparir il tributo che giustamente rendono alla superioritá in quello Stato dell’Altezza Sua.

Questo tanto che ho discorso per dimostrar la condizione piú esistimabile presso agli altri prencipi del presente duca, la quale s’accrescerá per giornata col respiro che anderanno prendendo li suoi Stati, li suoi sudditi e le sue rendite, conferma quel che è in effetto della molto piú avantaggiata condizione a che s’è avanzata insieme la causa publica dai tempi andati.

Il possesso, a che col negozio s’è portata la Francia, della piazza di Pinarolo in Piemonte, per ispianarsi la strada, non ostante la distanza de’ confini, alli pronti suoi soccorsi a Casale, serve a mirabilmente bilanciar la prepotenza de’ spagnoli in Italia e a togliervi loro tanto di credito e potere (con l’averli massime, doppo, interdetti li passi dei Grisoni), quanto apunto se n’hanno a se stessi accresciuto li prencipi, che hanno rimesso ne’ suoi Stati il signor duca, quali sono il Cristianissimo e Vostra Serenitá. Assai ben compensate però devono chiamarsi le contribuzioni delle spese e dell’opera, quantunque gravose, fatte per redimer questo prencipe e ben impiegate quelle che si continuano per conservarlo. A tali vantaggi, ispuntati alla causa commune dalla virtú di chi ha tenuto in protezione il signor duca, non si può negare che non poco abbi derogato il destino, colla morte ancor recente, nel fior degli anni loro, delli duchi di Retei e di Umena, suoi figliuoli. Perché, se bene del primo resti, oltre una femina, un figliuolino maschio entrato nell’anno terzo di sua etá, chiamato Carlo, nome del duca presente, suo avo, di nobile ciera, di vivacitá di spirito, senza imperfezion veruna di salute, il quale, come nato e nodrito fra le agitazioni dell’armi ed il suono delle artigliarie, mostra anco in questa sua tenerezza geni generosi; ad ogni modo non resta iscansata l’imminenza a quelli Stati e all’Italia tutta di due ben gravi e dannosissimi pericoli.

Per riparare all’uno, qual è la dubia sicurezza della succession di quella casa, ristretta in una sol testa, si porge al signor duca da quelli che tengono vero zelo del suo bene il mezo