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Calvaton, luogo milanese, a Mosio, che gli sta dirimpetto, terra del Mantoano. Prima non era in lor facoltá di traghettar quel fiume senza saputa, perché non potevano far calar barche dall’alto, essendovi la fortezza di Pontevigo, della serenissima republica; né farle meno venir all’insú, per trovarsi a cavallier del fiume quella di Goito, del signor duca: ove di presente hanno il passo libero, fra il mezo di queste doi piazze, per transitar di giorno e di notte a voglia loro anco con qualche numero di gente armata. Dubita il duca che, fermato da’ spagnoli questo primo punto del passo, s’avanzino ad un altro, per assicurarsi la ripa di qua con qualche fortino. Mi considerò, l’ultima audienza che ebbi da lui, come, passati di qua dal fiume, potevano in mez’ora di piano camino ridursi ad Acquanegra e di lá in poco piú sotto Asola, piazza si importante di Vostra Serenitá. Sperava Sua Altezza si arrendesse Feria alla raggione ed alla stessa propria parola: e cosí m’asserí precedentemente, come avisai; ma doppo s’è chiarito della delusion delle speranze di quel ministro. Da me per risposta si portò al signor duca la necessitá di rappresentar il successo e le sue consequenze immediate in Francia. Mi promise di farlo, aggiungendomi che. con il fondamento poi delle risoluzioni e sentimenti sopra ciò del Cristianissimo, averebbe procurato d’intender quelle dell’Eccellenze Vostre, per andarsi secondo gli uni e gli altri pienamente aggiustando.

Un’altra pietra di scandalo ripigliano spagnoli a questa banda di Lombardia, col procurar di farsi ceder per via di concambio da Fiorenza, con le nozze della prencipessa di Stigliano, Sabioneda. È quella piazza, non ha dubio, come sono anco Bozolo e Castiglione, membri del Mantoano. Giovanni Federico Gonzaga fu di tutto quello Stato unitamente rinvestito dall’imperator col titolo di duca, ove quatro de’ suoi ascendenti lo avevano goduto sino allora con il titolo di marchese. Li fratelli di Giovanni Federico, appartandosi da lui, si posero poco appresso nelle dette terre, godute sin qua, doppo, come tuttavia si godono, dalli discendenti loro. Non è però che per raggione si possino smembrarle, con alienazione veruna di esse, dalla prima investitura