Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/199

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relazione di nicolò dolfin 193

fertile, per vilissimo prezzo, sino di tre doble al campo. Molti de’ sudditi della serenissima republica a quei confini rissentono della nuova proibizione per non poter godere di un tale vantaggio; ed ho udito cavallieri mantoani di buon discorso a ponderar assai sopra questa restrinzione fatta nuovamente dalla Serenitá Vostra, non pratticata altrove, e che non incontri ella anzi di ampliare con le raggioni de’ sudditi privati di lei le publiche, in certo modo, eziandio sopra quello Stato confinante. Ciò che ho osservato di piú rimarcabile è che cremonesi e genovesi, con una cosí buona congiontura di non aver concorrenza, si vanno introducendo nel possesso di quei beni, molti de’ quali sono intersicati con questo serenissimo dominio, con quelle consequenze di cui devo io rimetter il riflesso alla maturitá di questo eccellentissimo senato.

È venuto con me il signor Andrea Badoer, mio genero, ed il signor Giovanni, suo fratello, furono dell’illustrissimo signor Pietro. La stretta congionzion, che tengo con essi, conviene, per non adossar agli attestati miei nota di interessati, defraudar il luogo alla retribuzione del vero. Assai ben degno gli lo porge però la ingenuitá de’ loro costumi, l’erudizione degli ingegni e la maniera nobile del trattar loro, che, unite al splendor con che sono comparsi, gli han resi stimati ed accettissimi a quella corte e li renderanno abili nel progresso degli anni a quei carichi, nei quali li maggiori di lor casa hanno sempre cospicuamente meritato con la serenissima republica.

Li signori conte Giulio Pompei veronese, conti Giunio e Giovanni Battista Porto vicentini, conte Lionello da Lion padoano, con altri quatordici gentiluomini principati delle cittá di terraferma, mi hanno favorito delle loro assistenze; e nel tempo ristretto, che ho convenuto dar loro per porsi ad ordine, non potevano certo far piú a fine di decorar degnamente l’ambasciata.

Secretano presso di me in questa legazione ho avuto il signor Antonio Anteimi. Delle degne condizioni del suo talento, ereditate da longa linea de’ suoi benemeriti antenati e praticate nei piú gravi negozi, giá tanti anni, da Vostre Eccellenze in questo eccellentissimo senato e nell’eccellentissimo Consiglio di