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208 mantova


Assiste al governo il signor conte Leonardo Martinengo. Supplisce questo cavaliere con perfetta maniera a tutti li numeri, adempisce cosí bene la sua carica e le fonzioni politiche, che, mentre ogni giorno se ne veggono vive prove e sono udite da questo eccellentissimo senato, potrei dispensarmi dal rifferirle; ma non deve di questo testimonio, se ben debole, restar deffraudato il suo gran merito. Io ho goduto gli effetti di sua virtú ed affetto in pieno modo, con molto publico servizio e con particolar mia grande obligazione. Merita che sia fatto quel conto di sua persona, che alla nascita, al valore, alla prudenza sua si conviene.

Mi resta a dire di Porto. Se questa fortezza cadesse in mano d’altri, grande ed evidente sarebbe il pericolo di Mantova, ed in tal caso bisognerebbe con tagliate separarlo, fortificandosi a fronte del medesimo oltre li Molini: il che come si potrebbe fare con non molta difficoltá, cosí l’assicurar li Molini dall’artigliarie di Porto non sarebbe forse possibile d’ottenere. Verso la cittá, dalla parte del Lago maggiore, non è fortificato, ed il maschio, che era sopra la porta, fu gettato in aria dalla polvere che si accese nella presa della cittá; di modo che non è punto meno in pericolo Porto d’esser guadagnato da chi fosse padrone di Mantova, che Mantova da chi fosse padrone di Porto. E se n’è veduto l’essempio, quando, infelicemente sorpresa Mantova da imperiali, il duca Carlo non si assicurò di fermarsi per ore a pena in Porto. È guardato da cento fanti sotto un capitano ed un sergente maggiore, ed il marchese Guerriero è il governatore. Vi sono in Porto quattordeci pezzi d’artigliaria di diverse sorti, ma non vi sono palle alla misura delle medesime, poiché si trovano nelle monizioni della cittá. Io sono entrato in Mantova per la via di Porto con grosso séguito, e non ho veduto che vi fosse alcun rinforzo straordinario. Sono stato in Porto a revisitar il Guerriero, e pure non si è osservata alterazione alcuna. Onde si può dire che in queste due occasioni la Serenitá Vostra fosse ella padrona di Porto.

Dell’entrate e spese fu stabilito un conto poco doppo la morte del duca Carlo, del quale il bilancio è il seguente: