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relazione di alvise donato 245

eminenze al confine del Piemonte. Il che, se si fosse fatto, impediva senza dubio o difficoltava almeno grandemente sul bel principio ogni progresso al signor duca di Savoia, che, molto ben informato del sudetto ordine, ritrovandosi sortito di Vercelli per tentar la sorpresa di Trino con pochissimo numero di soldati, dubioso di restar soprafatto da quantitá assai maggiore, aveva però commandato a’ suoi che, subito udito il segno dei tre tiri, dovessero ritirarsi seco insieme in sicuro.

I popoli adunque del Monferrato, abbattuti e sbigottiti da subita e non aspettata sciagura, vedendosi quasi che abbandonati di difresa, infuriando l’inimico con ogni sorte di crudeltá, non ritrovando essi altro piú sicuro scampo, si diedero alla fuga, procurando di salvarsi ne’ Stati de’ vicini principi, ove meglio potevano. S’incontravano però da per tutto miserabil schiere di vecchi, di fanciulli, di donne co’ figliuolini in collo; persone tutte deboli o di etá o di sesso, che dolenti fugivano da quegli infuriati pieni di crudeltá, violatori d’ogni umana e divina legge, i quali, duri ed inesorabili, voltavano in altre parti gli occhi e le orecchie per non vedere e per non udire il suono di quei compassionevoli lamenti, o che, guardandoli e udendoli, maggiormente inferocivano. Quei che non ebbero tempo o commoditá di fugire, sperando di trovar salvezza ne’ sacri tempii, si riducevano in essi e, abbracciando gli altari, stringevano le riverite immagini di deitá: procuravano con la religione di difender la vita e, con la vita, insieme, le donne e i giovanetti, la pudicizia ancora. Che però a nulla giovava, perché quegli uomini scelerati, per non lasciar adietro qualsisia sorte d’enormitá, persa la modestia, perso il decoro della disciplina militare, calpestato ogni rispetto umano e divino, imbrattarono anco la stessa mensa di Dio non in un solo, ma in molti luochi, del sangue de’ religiosi, anzi, nella cittá di Alba, di quello del medesimo vescovo: cosa rara anco tra i nemici della nostra fede. Insomma le cittá, le terre, i villaggi, dove son essi entrati, si vedono saccheggiati, arsi, rovinati; in molti luochi gli edifici piú conspicui e nobili disfatti e distrutti, i tempii desolati. Hanno, dovunque sono arrivati, corrotte per ogni verso le cerimonie di religione; riempiti