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relazione di alvise donato |
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risoluzione di sostentarlo, bisogna confessare che il giorno di quel
decreto ed il decreto stesso abbino forse dato principio a rilevar
in gran maniera la giá piú che mezo abbattuta libertá d’Italia.
Perché i principi di essa, osservata per gran tempo una certa
troppo severa ritiratezza della serenissima republica ne’ loro
interessi, stimando però di non aver appoggio al qual potersi
ritirare in occasione di loro bisogno, e vedendosi soprastar d’ogni
intorno dalla formidabil potenza spagnola, quasi aviliti da un
non irragionevol timore, avevano principiato ad assuefarsi al
giogo della servitú: restò appena loro la pompa ed il nome di
principi. E ora, avendo veduta e provata in effetto la generosa
e risoluta prontezza di Vostra Serenitá nel sottentrar all’aiuto
ed al sostentamento del signor duca di Mantova, oppresso certamente
non piú dalla propria sua debolezza o dalla potenza
del nemico di quello che fosse vicino ad esser assorbito dal
mal fidato e poco sincero soccorso che da altri se gli voleva
pur dare; averlo però liberato dal pericolo e sottratolo dalla
soggezione di chi aspira ad impatronirsi del tutto e a che ogni
poco di tardanza l’averebbe dato in preda, e che con l’aver
pigliato partito sopra le cose di quel principe l’ha anco pigliato
sopra quelle di tutti gli altri, e però fattasi conoscer loro la
pronta disposizione della Serenitá Vostra, e come non si potrá
mai imputarla d’averli abbandonati o d’aver vilmente fugita la
occasione di diffonderli; da che tutto si può e si deve ragionevolmente
credere che, rilevati perciò con l’animo, scacciata
la paura ed il terrore, è cosa certa che quei stessi, che lasciano
di temere, cominciando ad odiare, alienati da’ spagnoli, siano
per procurar di stringersi maggiormente con essa, di piú confidare,
conoscendo finalmente necessario con la concordia e con
l’unione riparar al pericolo di tutti, onde n’abbia a seguire un
avanzo notabile ed un accrescimento segnalato di riputazione
nella medesima serenissima republica e quel che maggiormente
importa, la commune sicurezza. Deve dunque la Serenitá Vostra
restar grandemente consolata, devono l’Eccellenze Vostre sommamente
compiacersi della deliberazione savia, prudentemente
fatta e poi generosamente essequita con costante e ferma