Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/291

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avvertenze generali 285

chiudevasi dunque l’ambasceria. Ma pur quest’ultimo obbligo spesso veniva trascurato, ed ecco il senato richiamarlo piú volte in vigore: l’8 aprile 1559, imponeva che la relazione fosse letta entro otto giorni; l’11 aprile 1620, entro venti giorni; e poi ancora rinnovava la deliberazione il 20 giugno 1630, il 17 giugno 1634, l’11 novembre 1639. il 29 giugno 1647, il 5 gennaio 1651 more veneto, il 5 dicembre 1789.

Per decreto pubblico ebbero cosí origine le relazioni, creazione tutta veneziana1 e che volentieri col Reumont2 considereremo come «ragguagli ordinati, perfetti e, sto per dire, sistematici intorno al paese esaminato dall’ambasciatore; notizie sui rapporti geografici e statistici del medesimo, su’ suoi abitanti, sulle sue rendite, sulla corte, sulla famiglia e sui confidenti di chi governa, intorno alle persone le piú notabili, alla loro condizione, al loro carattere; finalmente allo stato politico, alle alleanze, alle simpatie ed antipatie, alla guerra ed alla pace. Gli avvenimenti del giorno vengono toccati in complesso, talvolta anche solo per incidenza, giammai in dettaglio, presupponendoli conosciuti»3.

Anteriori alla «parte» 1524 sono due sole le relazioni pervenute fino a noi, ché, prima, manifestamente dicevansi soltanto a

  1. Per le piú antiche testimonianze, cfr, Foscarini, Della letteratura veneziana, Padova, 1752, p. 460.
  2. Dei diplomati italiani e delle relazioni diplomatiche dell’Italia dal 1260 al 1550, versione con note di T. Gar, Padova, 1850, p. 51.
  3. La miscellanea marciana del secolo XVI, di provenienza del Consiglio dei dieci ed ora segnata classe vi, codice 187, contiene certi Ricordi per ambasciatori, con un epilogo breve, di quelle cose che si ricercano per fare, una relazione.
     L’Epilogo è il seguente:
     «1. Queste cose si ricercano per fare una relazione. Prima descrivere il sito della provincia nella quale sará stato, anteponendo principalmente il nome antico e moderno della detta provincia, mostrando in qual parte del mondo ed in che disposizione del cielo si ritrovino i suoi confini dalle quattro parti, la sua larghezza, longhezza e circuito, in quanti e quali regni o province minori sia divisa, nondimeno nominando le cittá principali, porti famosi, le fortezze, arcivescovati e vescovati, gli fiumi principali e vilaggi, gli monti e selve egli passi circonvicini ad essa pertinenti.
     «2. Bisogna trattare delle qualitá di essa provincia, come sarehbe a dire della temperatura dell’aere, bontá o tristizia; dell’acque e della bontá loro similmente e tristezza; della fertilitá o sterilitá di biade ed altre cose pertinenti al viver umano; delle minère, degli animali; se il paese è montuoso, piano, selvoso, paludoso e dove; qual parte sia meglio abitata ed in qual parte siano selve o paludi che impediscono l’abitarvi, e se vi è alcun meraviglioso effetto della natura.
     «3. Conviene ragionare degli abitatori suoi, mostrando gli loro costumi ed abito, di che colore, statura o disposizione siano; se sono religiosi, superstizioni e di altra