Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/290

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284 note

MDXXIV, die XV novembris, in Consilio rogatorum.

Tra le altre laudabili forme e instituzione circa il governo del Stato nostro è sta’ sempre da li sapientissimi maiori nostri observata questa inviolabilmente per principale: che tutti li ministri suoi venuti de qui alla presenzia del serenissimo Prencipe nostro, ed etiam alcuni a questo senato, referiscono del rezimento over officio e magistrato suo, el seguito da poi al suo partir de questa cità fino al ritorno loro; si acciò se intendesse el deportamento suo e, ad exemplo de altri, esser laudati de le bone operazion sue, come etiam perché de quelli loci, de dove venisseno, per le relazion loro fusseno ad plenum informati quelli che per tempora serano al governo del Stato nostro, e fusseno poi excitati da’ sui aricordi ad proveder, se bisognasse, a ditti loci de quanto li fusse necessario. Ma, perché simile relazione, el piú de le fiate de summa importanzia, per le continue importantissime occupazione del Stato nostro, non possono cussi remanir firme ne la mente de chi le odono, nè cussì presto, iuxta li ordeni de ditti relatori, esser messe in execuzion molte cose utile e necessarie, che cum il tempo e moltitudine de le occupazione se disperdeno: però l’anderá parte che de cetero tutti li rettori sì da terra come da mar, proveditori, sindici, ambassadori e altri, che fusseno soliti far relazione, siano tenuti in termine de zorni 15, da poi che le averano fatte in voce, poner in scriptura de sua man le ditte loro relazione ne le cose substanzial tantum e li aricordi e consegli che li paresse dar; le qual, monstrade prima a li savi nostri del Conseglio e terraferma, che sera in settimana, sii poi registrate in un libro tenuto secreto ne la cancellaria nostra, dechiarando che debano esser tenuti dui libri a simile servizio deputati: in uno de li qual se abbi a notar le relazion de tutti rettori e sindici, ne l’altro veramente quelle de li baili, proveditori e ambassadori, acciò se ne abbi perpetua memoria di quelle e insieme se possano sempre instruir cum el lezer ditte relazion quelli che per tempora sarano al governo del Stato nostro. E questa deliberazion se abbi ad observar sempre inviolabilmente, sotto pena de ducati cento d’oro, da esser scossi da li contrafacenti immediate per li avogadori nostri de comun e patroni de l’arsenal, senza altro conseglio; né possano alcun de li sopra nominati esser provadi ad alcun officio né altro magistrato, se ’l non averá presentado bolletin del nostro cancellier grande di aver exequito la presente deliberazion, non se li possendo far grazia, dono né remission alcuna, sotto le pene contenute ne le parte dei furanti. E sia sempre posta questa deliberazion in le commission de tutti quelli che sono soliti far relazione, la qual abbi etiam ad essere publicada nel primo Mazor Conseglio ad notizia de tutti.

De parte, 133; de non, 28; non sinceri, 11.

Con la lettura della relazione in senato, cui spettava l’elezione degli ambasciatori, e con la deposizione del manoscritto in secreta