Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/298

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292 note

vedremo, vi sono gravemente mutilati e mascherati con impropria veste toscana.

È vero che in tal modo i primi volumi non conterranno molti esempi delle migliori relazioni, perché non tutte importanti furono le ambascerie, e che d’altra parte vi si riscontreranno certe ripetizioni, inevitabili in relazioni d’uno stesso Stato; ma è pur vero, o m’inganno, che codesti inconvenienti saranno largamente compensati dal vantaggio di poter leggere riunite le relazioni dei nostri Stati, parecchie delle quali contengono quadri veramente magistrali, in guisa da avere, pur con qualche lacuna, la storia di ogni singolo Stato durante circa tre secoli.

Poco mi resta a dire del metodo seguito nella presente edizione. In generale non ci troviamo dinanzi ad autografi; spesso invece a copie originali, altre volte ufficiali: in tali casi mi attenni ad esse, non senza aver constatato l’identitá di altre eventuali copie. In mancanza di copie originali ed ufficiali, ricorsi alla copia che potei rinvenire e, se piú copie ritrovai d’una stessa relazione, scelsi la migliore, tra quelle a me accessibili, pure non trascurando in casi dubbi le altre. Del resto mi mantenni fedele ai manoscritti, per quanto era acconsentito dalle norme generali che regolano le edizioni accolte negli Scrittori d’Italia. Qualche osservazione al testo relegai nelle note alle singole relazioni, insieme con pochi dati necessari sull’ambasceria e con un saggio di bibliografia, la cui imperfezione sará scusata da chi pensi quanto numerose siano le copie di molte relazioni e quanto disperse in depositi o privi d’inventario o forniti di inventari malfidi. Nella ricerca trovai aiuti spesso disinteressati, sempre cortesi e preziosi, in piú archivi e biblioteche.