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relazione di emilio maria manolesso 39

da’ propri affari, e, quello che piú importa, le cose di quei regni sono in mano di ministri avarissimi ed ambiziosissimi. Di alemani conosce in veritá non potersi valere senza inimicarsi tutti li prencipi d’Italia, senza por sotto sopra tutte le cose divine ed umane, senza infettare il suo Stato e macchiare il suo nome; ove Vostra Serenitá è vicinissima, potente, atta con l’autoritá e con le forze, con onore e senza alcuna giusta querela d’alcuno a mantenerlo. Questi rispetti la faranno sempre riverire da Sua Eccellenza].

Con signori duchi di Mantova e Parma tiene Sua Eccellenza buona amicizia per rispetto loro, che sempre sono stati buoni amici e parenti, e poiché vivono sotto la protezione dell’imperatore e re cattolico. Ama parimente i signori lucchesi e da loro è amata e riverita assai. Come anco dalli conti della Mirandola, antichi amici della casa d’Este e dependenti dalla corona di Francia. Con il signor Camillo di Correggio Sua Eccellenza è sdegnata, perché, essendo uno ostaggio in Ferrara, se ne fuggi, rotta la guardia della fede e parola sotto la quale era tenuto solamente; e per questa cagione Sua Eccellenza mai ha voluto consentire che gli venghi inanzi. Pure, ad instanzia della Maestá cesarea, della quale il detto signore con fratelli è vassallo, gli perdonò, né gli sturba il possesso del loro Stato, che godono quietamente sotto l’ombra della Maestá cesarea e della protezione del re di Spagna.

Del signor duca di Fiorenza è quasi superfluo ch’io ne parli, perché della competenza ch’è tra questi prencipi è molto ben informata Vostra Serenitá, e altresí sa che l’emulazione e concorrenza è molto ben atta a generar discordie ed inimicizie non solo tra prencipi vicini ma tra amici e fratelli. Ancora a questo s’aggiungono molte querele per occasione de’ confini, pretendendo Sua Eccellenza che il duca Cosmo, padre del nuovo duca, corrompesse giá alcuni ministri del duca di Savoia, ch’era giudice arbitro fra loro; e dolendosi all’incontro il duca di Fiorenza che il duca di Ferrara non abbia sinora castigato alcuni suoi sudditi, che in quei rumori in luochi suoi occisero certi vassalli di Fiorenza. Si aggionge la memoria e le offese antiche ricevute