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sono a tutti notissime, e mi restringerò a quel solo che tocca il ricevimento di quest’ambascieria e il stato delle cose presenti di quel principe.

Quanto al primo capo, posso affermare che l’ambascieria al signor duca è stata carissima e accettissima: nell’ingresso del suo Stato e cittá essendo io incontrato prima alli confini da una compagnia de cavalli, poi dal signor Mario Gonzaga maggiordomo maggiore e, discosto piú di un miglio dalla cittá, dalli signori don Vincenzo e don Silvio, figlioli del signor duca, che mi accompagnarono sino alle mie stanze; nel tempo della dimora, che è stata 24 giorni, col spesarmi lautissimamente nell’alloggio di un nobilissimo palazzo e col farmi servire da una numerosa fameglia di gentiluomini e mercanti onorevoli e coll’onorarmi del continuo egli e gli altri principi con titolo di «Eccellenza»; e nel partire lo ha dimostrato nelle publiche apparenze, onorando non solo me e la mia casa, con restituirmi la visita lui e il principe, ma ancora tutta la nobiltá veneta, che ivi si ritrovava, con ogni maggior termine di amore e favore; sendo anco nelli ragionamenti privati, che piú volte ho avuti seco, passati tutti gli offizi con segni di molta sodisfazione e contento suo, si come allora particolarmente avisai.

E, venendo al secondo capo, dico che si trova il signor duca in etá di 46 anni, poco ben disposto della sua salute, anzi con molte indisposizioni che ben spesso lo travagliano, augumentate assai dalla poca regola del vivere e dal continuo senso, che tuttavia mantiene nelle cose di suo gusto e piacere: in tanto che con gran ragione si può dire essere verissimo il detto del signor granduca di Toscana: che la gioventú del signor duca sia lunga, poiché non intermette ora niuno delti gusti e piaceri che pigliava nelli suoi primi anni. È principe di spirito grande, di generosi pensieri e cosí largo nel spendere che sempre si trova in bisogno e necessitá; affabile, benigno e clemente con suoi sudditi, gli animi de’ quali si ha conciliati talmente con questa umanitá, che, se bene alcuna volta li aggrava piú dell’ordinario, nondimeno sopportano il tutto volentieri per il particolar amor che gli portano.