Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/43

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E perché è sta’ commemora’ le cose de’ svizeri, è da sapere che lo illustrissimo signor duca di Milano, del 1532 di dicembre, tentò di confirmar la amicizia con quella nazione e non puoté ottener salvo con li cinque catolici cantoni, iuxta la capitazione, qual mandai in quel tempo alla Serenitá Vostra; per la qual si ha solamente obligazione dal canto del Stato di Milano, e dal canto de’ svizeri non è fatta parola di alcun obligo, né pur minima corrispondenzia. Ché si poi dir piú presto che quella capitulazione sia principio di discordia che confirmazione di amicizia, per esser in essa capitulazione parole indefinite ed indeterminate (cosa che con quella barbarie è di pericolo e di momento): come è in quella parte che il Stato debba dar trata di biade come e quanto sará conveniente, non determinando alcuna qualitá né precio; come edam intravene trattandosi per inanzi la materia dello accordo tra la Santitá del pontefice e Cesare con ditta nazione. E, si come in quella capitulazione non si tratta salvo di far essenti svizeri nel trazer del Stato e metter delle robe sue, cosí si puoi dir che non possi nascer, salvo certo danno al Stato e pericolosa trattazione in tal materia. Mi fu commessa la materia del danaro e credito di questo Stato illustrissimo con quel illustrissimo signor duca, la qual solicitai con tutta la diligenzia puotii; e invero, se de qua non si dava parola a Sua Eccellenzia de contentarsi di ducati 10.000 all’anno, questo anno si aveano piú presto li 10.000 e forsi li 20.000. Li 56.000 veramente li agenti di quel signor duca non pensavano che fusse vero credito: o perché tenivano che non fosseno corsi veramente e che dal canto di qua fusse errore, avendo opinione che nelli 56.000 fosseno li 20.000; oche, se fosseno corsi li 56.000, fosseno sta’ dati non con proposito di recuperarli e reaverli da Sua Eccellenzia. Ma, quando furono visti li instrumenti, dalli quali si cognobbe che questo Stato illustrissimo li imprestava a sua richiesta da esser restituiti, si acquietorno quanto allo assentire extririsecus, ma quanto al suo pensier non si contentavano, come si potea comprender dalle parole che udiva nel suo Conseglio, quando si trattava questa cosa in mia presenzia. Pur Sua Eccellenzia dimostra di esser contenta