Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/89

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vita, ed il presente signor duca di Terranuova, ho compreso molto chiaramente in ogni occasione ed in qualunque negozio, prima nei detti illustrissimi signori, poi in ogni altro dei detti officiali maggiori e minori, grandissima riverenzia verso la Serenitá Vostra e gran rispetto versa i sudditi e cose di questo serenissimo dominio; affaticandosi sempre cadauno di esprimer quanto ho detto allegramente con le parole e di mostrarlo vivamente, in quanto possano, con i fatti. Il che la Serenitá Vostra e le Eccellenzie Vostre illustrissime avranno di tempo in tempo inteso dalle lettere mie, ed in buona parte compreso dall’esito dei negozi, per il buon fine dei quali s’è la Serenitá Vostra piú volte mossa a comandarmi espressamente ch’io rendessi particolari grazie non pure aU’eccellentissimo signor governatore, ma ai signori gran cancellier e presidente. E, se non fusse l’uso introdotto dagli illustrissimi signori governatori di rimetter i negozi al senato, il che fanno per maggiormente assicurarsi di non esser per niun accidente ripresi da Sua Maestá, riuscirebbono con maggior facilitá e piú felicemente che trattandosi nel senato, che è di 12 uomini, necessariamente dottori di legge, e nel qual luogo non si giudicano le materie, benché di principi, con rispetti di Stato, ma solo col punto della legge e senza arbitrio: non è facile udire cosi per l’ordinario in detti propositi deliberazione secondo il giusto e l’onesto. Nei quali casi ho io avuto in uso, mentre mi son ritrovato a quel servizio, di valermi di due espedienti: l’uno era di ritornare quante volte faceva bisogno all ’illustrissimo signor governator con nuovi memoriali, nuove instanzie e nuove ragioni; e l’altro di procurare che nella trattazione ed espedizione dei negozi vi si ritrovassero in senato Sua Eccetlenzia ed il signor gran cancellier, i quali, come uomini di Stato e benissimo affetti verso questo serenissimo dominio (ché cosi veramente ho conosciuto io tutti quelli che s’atrovano al presente in dette dignitá), hanno ben spesso superate le sottilitá della legge e condotti i negozi a perfetto fine. Ed alla grazia di Vostra Serenitá e di Vostre Eccellenzie illustrissime ed eccellentissime con tutta la riverenzia possibile umilmente m’inchino.