Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/88

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la spesa dell’entrata, si può dire che Sua Maestá avanzi ogni anno dal detto Stato, dal piú al meno, circa scudi 25.000. Li beni del detto Stato sono divisi in tre parti, cioè beni delle ville, quelli delle cittá e gli ecclesiastici. Quelli delle ville godono la somma di pertiche 6.446.390, tavole 11 e piedi 11, le quali sono stimate al presente il prezzo di scudi 14.682.801, grossi 109, danari 5 in tutto. Quelli delle cittá possedono pertiche 6.091.345, tavole 3, piedi 1, le quali, valutate come di sopra, sono stimate scudi 1.782.775, grossi 30. Gli ecclesiastici hanno in lor potere la giusta misura di pertiche 2.809.399, tavole 5, piedi io, le quali sono stimate, come di sopra, scudi 8.194.096, grossi 119, danari 6.

Vi sono nel detto Stato dieci cittá, cioè Milano, Cremona, Pavia, Novara, Como, Lodi, Tortona, Vigeveno, Alessandria, Bobbio. Milano, che circonda 7 miglia, ha 26 conventi di frati, 43 monasteri di monache, parrocchie 81, ostarie 58, camere locande 30, porte 7, che fanno divisione della cittá in 7 parti, case 5498, fuochi 70.000, e circa 290.000 anime fino 293.000, dal piú al meno. Per fine di questa scrittura non debbo restar di dire, con tutta la riverenzia possibile, alla Serenitá Vostra ed a Vostre Signorie eccellentissime che il governo della cittá e Stato di Milano, lasciando molti officiali regi, giudici biennali e diversi tribunali posti dalle communitá, si restringe nell’auttoritá particolare che ha l’eccellentissimo signor governatore, in quella che ha il Consiglio secreto, il senato, magistrato ordinario, magistrato straordinario, capitano e podestá di Milano con li loro vicari e regi fiscali. Con i quali tutti, ministri, consiglieri e magistrati, per le cose dei confini, per accidenti che occorrono fra soldati d’ambi questi Stati, per occasioni di banditi e per qualunque altro negozio di questo serenissimo dominio, conviene che il secretario di Vostra Serenitá, residente appresso quella Eccellenzia, abbia giornalmente ricorso. Però posso io dir, con veritá e con la solita umiltá mia, alla Serenitá Vostra che in 8 anni ch’io la ho indegnamente servita in quei carico e sotto tre illustrissimi signori governatori, che sono stati il signor marchese d’Aiamonte, il signor don Sancio di Padiglia, ambi passati a miglior