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RELAZIONE

del


DUCATO DI MILANO

del segretario


GIANIACOPO CAROLDO

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Magnifico patron mio, io existimava referir al conspetto della illustrissima Signoria quello che in 40 mesi ho notato a Milano, e parevami conveniente sotto brevitá «recidere rationem villicationis mene», maxime essendo per me sta’dispensata una gran summa de danari, e come far soleno tutti quelli sono stati a’ servizi publici. Ma a me è intervenuto quello suole a’ poveri e fidel servitori: ’l servizio de’ quali benché non sia biasmato, non però de loro effectualmente vien tenuto alcun conto. Io veramente poco existimo li vani favori de questo mondo, spesse fiate ricordandomi de quello è scritto: «per glorienti et ignobilitatem, per infamiam etbonam/amavi» se convien passar questa vita. Vostra Magnificenzia, che a un solo ceno mi pò comandar secondo al solito suo, umanissimamente mi ha fatta richiesta de mettere in scriptis quello arei referito. Cognosco, patron magnifico, esser gran differenzia da uno a l’altro caso e che molte cose arei dette, che per la importanzia sua convengo tacer, ed impir il foglio di narazione che non l’arei referita. E veramente per ditta causa e per la insufficienzia mia, che mi causava timiditá, deliberai quasi declinare la rechiesta sua e scorrer; ma, avendo