Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/11

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la terza, di aver sempre amato e di amare questo eccellentissimo Stato con fede e sinceritá e con puro affetto, non ho cesso mai, non cedo, né cederò ad alcuno. Ed ancorché, dopo molti carghi, che l’Eccellenze Vostre m’hanno dati importantissimi, fastidiosi e pericolosi per me, e dopo la mia longa absenzia da casa mia per tre anni e piú continui nella legazion de Roma, per la confusion delle cose mie particolari e per la indisposizion della mia persona, io avessi bisogno e necessitá almeno d’un poco de quiete; (amen, essendomi sta’ dato questo nuovo carico della legazion de Fiorenza in tempo de grandissima importanza, io, postposta ogni mia necessitá, non obstante la congruitá dei tempi, che, per essere state le piogge mesi continui, li fanghi erano tre braccia alti, e che, per essere le strade ordinarie d’andar a Fiorenza sospette ed impedite, mi fosse forza andar per via estiaordinaria ed inaccessibile, sapendo edam molto bene che io andava in una cittá faziosa, tumultuosa e pericolosa, e che di giorno in giorno aspettava gli esserciti alle porte; tamen , per non mancar dell’officio de buon figliuolo verso il padre et tanquam verus canis e fedel servitor della Serenitá Vostra, avendomi in doi giorni espedito, io ritornai prontamente e cosí de praesente ritorno a servir la Serenitá Vostra piú umile, piú blando, piú fedele e piú fervente che mai facesse. E non solum sono ritornato con questo animo verso ’1 publico. ma edam verso qualonche privato cittadino, non obstante alcuna cosa occorsa. Ed avendo servito la Serenitá Vostra edam in quest’ultima legazione con la medesima fede, sinceritá e puro affetto ed afforzatomi de ben considerare e ben intendere le cose che ho avute alle mani, non ho deviato punto dall’intenzione deH’eccellentissima Serenitá Vostra. Io ho edam cercato d’intendere qualc’altra cosa, che ho iudicato esser desiderata dalla Serenitá Vostra di sapere e che a saperle le possino essere di qualche utilitá, beneficio e commodo; le quali, per me intese, è officio e debito mio deliberatamente ed integralmente esplicare e referire alla Serenitá Vostra ed alle Vostre Signorie eccellentissime. Ed in questa esplicazione e relazion mia, omettendo io in primis le cose superflue, per esser breve,