Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/208

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e desiderio della Serenitá Vostra e delle Signorie Vostre eccellentissime, almeno in quel modo che ho potuto: son però securo che, dove avessi mancato, appresso di quelle ini scuserá il buon animo mio e la buona e molta cortesia sua e umanitá. Ho avuto per segretario mio Francesco Ghirardi, della sufficienza e valor del quale la Serenitá Vostra è stata piú volte informata da molti suoi ambasciatori, che s’hanno servito della opera sua e della persona. Io veramente potrei dir con veritá molte cose della sua modestia e sufficienza, e saria obligato di farlo ; ma, essendo stato tante volte laudato in questo luogo ed essendo molto ben conosciuto dalla Serenitá Vostra e dalle Signorie Vostre eccellentissime, conosco, questa, superflua fatica, non potendo aggiungere nulla alle molte laude che le son state date piú volte da prestantissimi ed eloquentissimi senatori, e sapendo anco che per le sue virtú, cosí lui come tutta la sua casa, è molto raccomandato alla Serenitá Vostra ed alle Vostre Signorie eccellentissime Di me, serenissimo Principe, non dirò cosa alcuna, se non die, avendo servito questa serenissima republica con molta affezione e reverenza, se bene non ho guardato a spesa né ad alcun altro mio incommodo, per non mancar al debito mio, conosco nondimeno non aver sodisfatto al molto obligo che io ho alla Serenitá Vostra ed alle Signorie Vostre eccellentissime, cosi in publico come in particolare; le qual però non sarò mai sazio di servire con spender le facoltá e la vita per servizio suo.