Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/245

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di ciò, essendo lui per propria natura amico di pace, desiderata anco per i suoi rispetti, cosí di dentro come di fuori. Per l’interni, comandando a popoli avvezzi in libertá e di propria natura desiderosi di cose nuove e che non sono anche per le gravezze del tutto sodisfatti, non sa quanto in simili occasioni se ne potesse fidare ; e nella pace poi, accumulando tesoro e facendo cadere dalla memoria altrui le passate offese, porta il tempo inanzi, acquistando sempre piú reputazione. Per le cause esterne poi, essendo nello stato che si è (letto, con li prencipi propinqui e lontani ; onde, vedendo la Serenitá Vostra della medesima intenzione, non meno desiderosa di lui della quiete e della pace d’Italia, che teme delli medesimi vicini e che ha quasi communi gl’interessi, altretanto facilmente spera quest’unione quanto ardentemente la desidera: sicuro che, fondata bene che ella sia, bastino queste forze, crescendo reputazione nell’uno e nell’altro, ad assicurare le cose d’Italia e tenere le guerre lontane, e che questi tre prencipi grandi, cioè il pontefice. Vostra Serenitá e lui, bene intendendosi insieme, quasi tre corde proporzionatamente unite e concordi, siano per render mirabile armonia. Cosí è inteso a quella corte e dal prencipe e da’ suoi principali questo negozio; li quali non solo desiderano questa buona corrispondenza, ma, tornandoli bene per le sopradette ragioni, di dimostrare che per tale sia conosciuta e intesa da ognuno. Di qui forse sono nate quelle apparenze esteriori, volendo di ciò persuadere il mondo. E anco per onorar se stesso, sperandone contracambio, ha pensiero di mandare un’ambasciatore residente in questa cittá ; il che ho inteso da tutti i suoi principali, quali m’hanno fin detto quello che si credeva che fosse per venirvi, ed era il signor Ciro Alidosio, favoritissimo e principalissimo personaggio di quella corte. Ma, per quanto ho inteso, non è per venire all’esecuzione il granduca di questo suo pensiero, né lo manderá, se prima non averá speranza ed intenzione che Vostra Serenitá sia per fare il medesimo. Ma non devo restar di dire a Vostra Serenitá in questo luogo quello che mi disse persona molto confidente del granduca, perché io gliela riferissi, dicendomi di