Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/119

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gli mandò, com’ho detto, persona espressa a concedergli certa- mente l’investitura di Siena; il che, se ben non fu approbato dal consiglio di Stato, tuttavia, per non metter in un istesso tempo molte cose a campo, parve a Sua Maestá spontaneamente gra- tificarlo. Medesimamente il granduca, col matrimonio di don Pietro, suo fratello, nella figliola del duca d’Alba e con altri offizi alla corte, procura di mitigar l’animo di Sua Maestá; la qual, possedendo quelle fortezze ne’ confini del suo Stato, po- trebbe, continuando in questa mala disposizion, apportargli, nel progresso di tempo, qualche travaglio. Non può tra questo prencipe e il signor duca di Savoia viver buona intelligenza per il negozio de’ titoli, de’ quali questi pren- cipi ne son tanto gelosi quanto de’propri Stati; restando il granduca infinitamente disgustato per l’accidente occorso al suo ambasciatore, che diede conto a Turino elei la sua assonzion al ducato: al qual sendo consigliate lettere dell’infante indirizzate al detto granduca con titolo d’«Eccellenza», le ricusò, dolendosi vivamente di quest’azione. Insomma, sendo i fini di questi pren- cipi diversi e differente l’intenzione, volendo l’uno accrescer per ogni via il suo Stato, l’altro procurando di conservarlo, è credibile che sempre passeran tra di loro cause di molti disgusti; massime sendo il duca di Savoia cosi unito alla parte spagnola, della quale il granduca non è molto confidente. Col duca di Ferrara s’intende cosi bene, che non si po- trebbe desiderar intelligenza maggiore; e buon segno di ciò è stato il rimetter ogni sua differenza, ch’aveva il duca di Fer- rara, nelle mani del granduca, mostrando una grandissima confidenza ch’aveva a quel prencipe, se ben cosi congionto di parentado con Mantova. Ha, di piú, il granduca onorato quel prencipe volontariamente di titolo d’«Altezza» e cl i «serenis- simo»; cosa da lui sopra modo stimata c desiderata Aggionse ancora la dipendenza stretta di parentado, avendo il signor don Cesare, figliolo del duca Alfonso d’ Este di felice memoria, presa per moglie donna Virginia, figliola illegittima del granduca Cosmo, padre del presente granduca: legame che tenirá sempre uniti e legati in buona amicizia questi due prencipi. Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato- III*. S