Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/153

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Avisai a Vostra Serenitá quello che mi era stato commu- nicato da monsignor nunzio in proposito del titolo, che que’ prencipi desiderano che sia dato alla sposa, di «arciduchessa» e «serenissima». Il medemo assunto fu fatto con me dal secre- taro Pichena, quando fu a portarmi la risposta alla lettera cre- denziale, ch’io gli presentai; con aggiungere che il gratificarli in questo non pregiudica ad alcuno, anzi si osserva quello che tutti gli altri prencipi fanno, perché la sposa non si ha da nominare se non per «arciduchessa» e non per «principessa» di Toscana. Li risposi in conformitá di quello avisai con mie lettere di 25 ottobrio passato. Aggionsi solo che Vostra Serenitá aveva avuto tanto minor occasione di partirsi dal stil ordinario, quanto che il signor granduca medesimo, dando parte a Vostra Serenitá delle nozze, l’aveva chiamala «principessa» e non «arciduchessa». E lui replicò essere il vero, ma che non si sapeva allora l’intenzione de’ prencipi maggiori, e che, ora che si era certificata che tutti li prencipi maggiori si contentavano di onorarla di questo titolo, speravano che Vostra Serenitá pari- nienti fusse per far l’istesso; ed io promisi di rappresentare questo suo desiderio. Mi aggiunse anco che, nella lettera scritta al prencipe, se li dava titolo di «prencipe di Fiorenza e Siena» e che al presente si dá titolo di «prencipe di Toscana»: ché in Fiorenza alli prencipi non si assegna alcun Stato, come si fa in Inghilterra ed in Francia ed altrove, ma il prencipe è pren- cipe di Toscana, come il granduca è granduca di Toscana; e che pregavano che per l’avenire, in loco di dire «prencipe di Fiorenza e Siena», si dica «prencipe di Toscana». Io risposi che Vostra Serenitá aveva osservato gli usi ordinari e che rme- rirei il tutto a Vostra Serenitá; né vòlsi immurare in questo, perché, contentandosene il padre, che solo si potria aggravarne, stimo che sia negozio di assai facile rissoluzione. Il signor generai Monte ha usato tutti gli offici di ossequio e di osservanza che si possono usare da un cavaliere par suo verso un rappresentante della Serenitá Vostra, accompagnan- domi in tutti li luoghi, onorando la nobiltá, banchettandola e servendola con gran prontezza e facendosi, per questa e per