Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/25

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la cittá di Fiorenza vive talmente quieta, che non si sentono, se non di raro, né custioni, né altri eccessi, soliti sentirsi in tutte le cittá grandi. Ha Sua Altezza tre figliuole colla prima moglie di casa d’Au- stria. La prima, Leonora, d’anni quindici, che si disegnava di dar per moglie al signor duca di Savoia; la seconda, Anna, d’anni undici, e questa si dice esser giá promessa per moglie a F’erdi- nando di Baviera, fratello del presente duca; la terza, Maria, d’anni sette. Ha similmente un figliuolo maschio colla presente granduchessa, nominato don Antonio, d’anni sei incirca, al qual Sua Altezza porta grandissimo amore, e li ha compro, un pezzo fa, il marchesato di Capestrano nel regno di Napoli, che rende circa 800 scudi d’entrata. Ed intendo, per via secretissima, che Sua Altezza procura ora col re cattolico di far erigger il detto marchesato in principato, per poter legittimamente chiamar il figliuolo «prencipe», accioché detto nome possi esser anco equi- vocamente inteso dal mondo per «prencipe di Fiorenza». E ora, volendo Sua Altezza provederli d’un palazzo in questa cittá per sua abitazione, avendo lei dato principio a ridur in certe stanze, che fa fabricar nel corridor del palazzo principale, tutti li artefici che stavano nel casino, disegna di fabricar per questo effetto esso casino, si come si è giá principiato a fare, a nome di esso marchesino (ché cosi ora lo chiamano), avendogline giá fatta la donazione in scrittura. Sopra questo figliuolo vanno intorno molti discorsi e ragio- namenti: perché, si come si dice che il granduca, avendo poca speranza di aver piú figliuoli maschi, pensi, se ben lo tiene in sé secretissimo, di volerlo far succedere a lui in quel Stato; cosi all’incontro si affirma che il Cardinal e don Pietro de’ Medici, col favor per avventura del re cattolico, fanno e faranno sempre quanto potranno per disturbar questo pensiero di Sua Altezza, alla qual pretende il cardinale di succedere, se sopra viverá, e, se non, don Pietro, terzo fratello. E per questo rispetto viene considerato da qualcheduno che non possi piacer né al predetto cardinale né a don Pietro che fra Vostra Se- renitá e il granduca vi sia stretta e perfetta intelligenzia, perché