Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/99

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appresso gli altri potentati. Conosce che Tesser stimato a quella corte ed accarezzato da quel re può facilitare i suoi disegni in proposito di precedenza e di luogo in cappella: e però si sforza di procedere con molto ossequio verso quella corona e si mo- stra inclinato a dar soddisfazione alla regina madre in mateiia delle pretenzioni che ha sopra l’ereditá del duca Alessandro. Ma intieramente potrá acquistarsi l’animo di quella corona, se la sovveniri di danari in questi suoi travagli; e, se bene si di- ceva che non era alieno da sovvenirla, disegnando con questo mezzo di obbligarsi Sua Maestá e di mettere qualche gelosia a’ spagnoli, nondimeno, vedendo adesso le cose di quel reame confuse e quasi sovvertite, pare che sia per andar accomodando le sue azioni secondo la mutazione e secondo lo stato che avrá luogo appresso quella corona. Col re cattolico, se ben pare che non siano mancate occa- sioni di mala soddisfazione per il passato, massime per causa delli suoi ministri in Roma, nondimeno, perché gli interessi di Stato sogliono metter regola alle passioni, si deve considerare quai rispetti possano tenere unito il granduca con Sua Maestá cattolica. Ha bisogno il re ben spesso di danari per tante oc- casioni che ha di spendere largamente, per le quali si trova quasi sempre esausto, e sa che Sua Altezza ne abbonda e che può accomodarlo di qualche somma, come hanno fatto li suoi precessori. Conosce che dalla Toscana si possono avere buoni soldati e che il granduca è bastante a sovvenire Sua Maestá di capi e di gente, come fu fatto dal granduca Francesco nel- l’impresa di Portogallo, alla quale fu mandato don Pietro dei Medici con molti fanti di quello Stato. Vede che per la quiete d’Italia è necessario tenere sospesi ed adequati li potentati di essa, sicché o non si uniscano fra se stessi o non si aderi- scano a forestieri ; e, perché in questa considerazione è di gran momento il granduca,. procurerá sempre che non si discosti dalla sua parte. Intende molto bene che, se si unisse Sua Al- tezza con la Chiesa a depressione delle cose di Sua Maestá, sariano in maniera divise le forze e separati li Stati che il re ha in Italia, che l’uno non potria soccorrere l’altro, restando