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Gli innamorati 213

dro, tutto rosso e scalmanato. Il povero Bruno intanto gli toccava portare il tempo e inghiottire veleno. Infine lasciò il posto a Zacco, ch’era lì pronto colla cornamusa, e volle fare quattro salti anche lui.

— Permettete, amico? — disse a Badalone, toccandosi pulitamente il berretto.

Quello screanzato invece lo squadrò prima ben bene, e poi rispose asciutto:

— Non permetto. Perchè?

Gli disse anche quel “perchè„, che fa montare la mosca al naso! Fortuna che Bruno Alessi era un galantuomo, e non voleva più averci a fare colla giustizia. Ma gli giurò in cuor suo: — Ti farò becco, com’è vero Dio! — E volle piantar subito ballo e ballerini. Non ci furono cristi.

Se ne vedono civette al mondo! Sfacciate come quella lì, che ridono a Cajo e a Tizio, e passano da una mano all’altra peggio dei cani di strada che fanno festa a tutti. Ma un tradimento simile Bruno non se lo aspettava, dopo tanto amore e tante pene, e tutto ciò che aveva fatto per l’ingrata! Questo voleva dirle, a quattr’occhi, appena la coglieva un momento sola, dovesse azzuffarsi poi con Badalone.

Infatti Nunziata se lo vide capitare in casa con