Pagina:Verga - Don Candeloro e C., 1894.djvu/94

Da Wikisource.
86 Don Candeloro e C.i


– Ma no! ma no! – diss’ella. – Andate via, piuttosto! Non posso mica spogliarmi dinanzi a tutti quanti.

– Oh! – Perchè mai?... – Magari!... – C’est juste mais sévère! – conchiuse il banchiere.

– Bello! bellissimo... le mot de la fin!... – esclamò Barbetti, e intanto spingeva fuori la gente, come uno di casa. Il Re di cuori era rimasto cercando il cappello, aspettando dalla diva la parola o l’occhiata che essa gli aveva promesso per quella sera.

– Caro Sereni, – gli disse Barbetti. – non facciamo dei gelosi....

– Barbetti, ehi! il telegrafo l’avete dimenticato? – esclamò la signora Celeste passando la testa nell’apertura della tenda.

– Eh, no... pur troppo....

– A Milano! E rammentatemi anche a Napoli, dove farò la quaresima.... Non lo dimenticate.... Vi accompagnerà Sereni perchè non lo dimentichiate, al vostro solito.... Aspettate, Sereni, vi do un rigo per memoria -.

E lì, scrivendo sul ginocchio anche lei come Barbetti, colla tunica di Aida semiaperta che scopriva il fine contorno della gamba coperta dalla maglia car-