Pagina:Verga - Eros, 1884.djvu/207

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nalmente ella si alzò di botto, bianca come cera, e gli disse stendendogli la mano malferma:

— Non mi sento bene. Buona notte....


Il conte si alzò anche lui, le prese la mano senza dir motto, e la tenne fra le sue; ella incominciò a fissarlo negli occhi con una certa inquietudine. L’orologio suonava i dodici colpi della mezzanotte; i muscoli del viso della donna ebbero un lieve tremito, poi si allentarono rilasciati, e affascinata dal pericolo, perdendo la testa, volse verso il balcone che dava sulla terrazza con un movimento invincibile, e tentò di svincolarsi dal marito che le stringeva sempre le mani con amorevole violenza.

— Fermatevi! diss’egli con voce breve.

Rimasero a guardarsi due o tre secondi — la donna si lasciò cadere lentamente sul canapè.

Armandi andò ad aprire il valigino che aveva fatto posare sulla tavola, e ne trasse un paio di pistole da viaggio. La moglie, fuori di sè, si alzò per gridare, per far non so che cosa, e rimase atterrita pietrificata sotto lo sguardo fermo e minaccioso di lui.

— Silenzio! le disse con voce sorda. Se fate un passo, se gettate un grido, ve l’uccido come un cane!

Andò risolutamente verso il balcone, l’aprì, e si trovò faccia a faccia con Alberti.

Questi due uomini non dissero una parola, non fecero un gesto. Il conte, più pallido di Alberto, avea la pi-