Pagina:Verga - Eros, 1884.djvu/281

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XLVIII.


Adele rimase sbalordita, il sangue le avvampò al viso, e corse in furia nelle sue stanze.

Alberto era uscito rôso anche lui dalla febbre, dal dispetto, dalle furie: andò a caso, quasi senza vederci, e tornò sui suoi passi, spinto da una smania invincibile. Allora fece una cosa che egli stesso avrebbe creduto impossibile; si mise a spiar la moglie.

La marchesa aveva scritto un bigliettino corto corto a Gemmati, dicendogli che aveva bisogno di parlargli. Gemmati venne durante la sera, inquieto per quella letterina secca e asciutta che non diceva nulla e lasciava indovinare molto. Trovò Adele cogli occhi luccicanti insolitamente, ma pallida e disfatta, e toccandole la mano: — Voi avete la febbre! esclamò.

Ella non l’udì. Dopo un istante d’esitazione, gli disse risolutamente:

— Amico mio... bisogna che non ci vediamo più.