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— No.... rispose senza dar retta al motteggio; mi affissò un istante e soggiunse: Ecco le mie cinquecento lire.
Quella preferenza mi sorprese.
— Ti conosco? gli domandai.
— Non so, ma mi hai conosciuto.
— Dove?
— A Catania.
Cercai inutilmente di leggere sotto la sua maschera. Egli si levò il berretto con comica gravità, e ci disse:
— Prima che finisca il veglione.
— Ma s’è partita? disse Arturo.
— Non è partita, rispose semplicemente l’arlecchino, e ci volse le spalle.
Egli era tutt’altro che stupido o ubbriaco, e l’imbarazzo del nostro silenzio lo confessava chiaramente.
Che cos’era dunque?