Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/222

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arrivava il ragazzo colla spesa cacciava le mani nel paniere, brandiva i pesci o il fascio degli spaghetti, si informava cosa li avessero pagati, ficcava il naso dentro le branchie dei merluzzi, o sul grasso della carne, e fingeva di essere stomacata, borbottava: — È roba di otto giorni, capisco adesso perchè costa meno. Valeva la pena di andare un galantuomo col cilindro e la canna d’india per risparmiare cinque soldi su della roba che non vuol nessuno! — Se le vivande erano bruciate, o malcotte, rispondeva: — La spesa non la faccio io. Questa è la roba che ha comprato il padrone. — E alle volte poi rifiutava la parte che le toccava, mettendo il piatto sotto la tavola perchè se ne accorgessero e fingeva che lo stomaco le si rivoltasse, e si metteva a parlare col gatto. — Non credere che sia incinta anch’io.... Se facessi come tante altre sarei rimasta a balia nella casa! — E quando non e’ era Elena soggiungeva: — Ragazze o maritate, so io quello che fanno. E le padrone anche! Se dicessi tutto quello che ho visto