Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/237

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tario della Villa, a piangere di nuovo, lungamente, nel fazzoletto. Gli toccava nascondere le lagrime, perchè ognuno avrebbe riso del suo dolore.

Chi ne avrebbe avuto compassione? chi ci avrebbe creduto? chi avrebbe creduto che egli potesse amare adesso più che mai sua moglie, e piangere non di collera, ma di angoscia? Egli rifece le strade per le quali soleva passare coll’Elena, andò a guardare da lontano la sua casetta ancora tranquilla, bianca di sole, nella quale nulla sembrava cambiato. Le finestre stavano aperte come al solito, e il sole vi rideva sopra. Infine si risolvette a rincasare. Era già l’ora del desinare. Elena doveva aspettarlo. Cosa avrebbe risposto se ella domandava il motivo del suo ritardo? Cosa avrebbe fatto se l’avesse guardato in faccia? Dalla cucina veniva un buon odore appetitoso. La tavola era imbandita. Elena l’aspettava infatti leggicchiando; gli disse soltanto che trovava la minestra fredda. Il marito si mise a mangiare avidamente, cogli occhi sul piatto, fingendo di avere una gran