Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/242

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Un altro giorno come il giorno passato! collo stesso dolore, colla medesima irresolutezza, senza il conforto terribile di poter dire: È finito! tutto è finito! Quando avrebbe potuto dire che era finito? Mai! mai! Anche se avesse avuto il coraggio di affrontare quella scena terribile coll’Elena, tutto non sarebbe finito! Anche se ella fosse fuggita via, anche se l’avesse scacciata di casa, tutto non sarebbe finito! anche se ella gli avesse detto: — Sì, è vero; non ti amo più! — Ella viveva ancora, quella che gli faceva trasalire le viscere col suono della voce, che gli scendeva nell’animo collo sguardo; quella che aveva i capelli folti e neri, le braccia bianche, le sopracciglia folte, quella pozzetta sulle guancie quando sorrideva, quel viso, quella mano che aveva infilato nel suo il braccio tremante, la sera in cui l’aveva guardato con quegli occhi luminosi, che gli aveva presa la fronte fra le due mani per baciarlo, che aveva passeggiato con lui sotto gli aranci della Rosamarina, che sino all’altro giorno appoggiava