Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/268

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quelli cui si può dare dell’insolente. Più tardi, quando la folla cominciò a diradare dalle sale, nel crocchio degli intimi, le dame all’occaso che si arrabattavano in tutti i modi per afferrarsi al mondo che le abbandonava, cominciarono a sussurrare: — Fiandura! Fiandura! Dei versi di Fiandura! — sottovoce, con delle sfumature di sorrisi beati, battendo discretamente in anticipazione le mani inguantate.

Il poeta era arcigno, inflessibile, comprimendo tutte le tempeste del cuore col guanto grigio, scuotendo l’olimpica chioma ad un rifiuto superbo. Allora tutte quelle Muse e quelle Grazie stagionate si rivolsero in coro alla padrona di casa, con gesti supplichevoli, con un interesse ridicolmente esagerato. Elena arrossendo suo malgrado, disse con voce calma:

— Andiamo, Fiandura.... per queste signore....

Egli rispose con uno sguardo profondo, inarcando i baffetti ad un leggero sorriso, inchinandosi in modo che voleva dire: