Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/110

Da Wikisource.
100 la coda del diavolo

stico addentellato che ella stessa gli avea offerto. Infine, quando la vide più curiosa, quando le sorprese negli occhi il primo baleno di un sentimento nuovo, qualcosa fra la sorpresa e la timidità di trovarsi con tutt’altro uomo, scoppiò a ridere, e con quella sua faceta bonomia le disse: — Cara Lina, quando volete sorprendere il mio segreto, e farvi passare per l’incognita che ha il diritto di cavarmi gli occhi, non dovete mettere quel braccialetto lì, che me li cava davvero, tanto lo conosco! — Lina si mise a ridere anche lei, sollevò un po’ il manto, e disse: — Bravo! Ora che avete vinto, giacchè siamo davanti al Caffè di Sicilia, offritemi un sorbetto. Ed entrarono.

Bizzarria del caso! andarono a mettersi proprio a quel medesimo tavolino che Donati avea visto in sogno, l’uno di faccia all’altra, come nel sogno. Lina avea caldo e si facea vento col fazzoletto; lasciò scivolare il manto sulle spalle, e appoggiò il