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la coda del diavolo 101

gomito sul tavolino. Donati la vedeva fare senza aprir bocca.

Da alcuni minuti Donati mostravasi singolarmente imbarazzato; rispondeva sconnesso, a sproposito, e finalmente le parole gli erano morte in bocca. Lina chiacchierava per due, un po’ rossa dal caldo, coll’occhio acceso dalla maschera, come nel sogno. Finalmente si avvide del turbamento che Donati non sapeva padroneggiare, e ad una risposta di lui più sbalestrata delle altre, diss'egli: — O.... cosa avete?

Ei si fece rosso. Infine, davvero.... che aveva? Era una cosa ridicola! Possibile che quel sogno della notte lo avesse imbecillito per tutta la giornata! e si stringeva nelle spalle ridendo ingenuamente di sè stesso. — To’! rispose, ho che sono un asino. Una sciocchezza! e se ve la nascondessi, sarei sciocco due volte: ecco! — e le raccontò il sogno quale s’era riprodotto