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102 la coda del diavolo

punto per punto nella realtà, meno una circostanza che tacque, ben inteso, o piuttosto tradusse ad usum delphini, dicendole che ella nel sogno gli avesse confessato di amarlo — nientedimeno!

Donati rideva ancora, rideva di tutto cuore riandando per filo e per segno le stramberie della notte, che raccontate diventavano più assurde; rideva dell’impressione singolare che il ripetersi di talune circostanze del sogno avea fatto su di lui. Ella da principio s’era fatta rossa; l’ascoltava in silenzio, col mento sulla mano, senza guardarlo più, senza ridere più. Quando egli ebbe finito, abbozzò un pallido sorriso per non lasciarlo senza risposta — non ne trovò una migliore — e s’alzò. Se ne andarono in fretta, discorrendo a sbalzi, qualche volta cercando le parole.

Donati non era precisamente certo di non aver detto qualche corbelleria; ma sentiva in nube che avrebbe dato una mesata