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cento una sfumatura d’impazienza. Io gli strinsi la mano, poichè ero assai commossa, e non risposi.
«La carrozza attraversò tutto il corso Vittorio Emanuele e prese la strada d’Ognina. Fuori l’abitato volli scendere e prendere il braccio di lui. Il calesse ci seguì ad una cinquantina di passi.
«Entrambi sentivamo di avere un penoso discorso da intavolare, che non avevamo il coraggio d’incominciare, e che perciò ci faceva rimanere in silenzio.
«Provavo il bisogno però di parlargli, di aprirgli il mio cuore; per averne la forza pensai alle sere istesse passate al fianco di lui... sere di cui le rimembranze erano ancora palpitanti di piacere, e a misura che il mio pensiero le vedeva più vive, che il mio cuore batteva più forte, che i miei occhi si velavano di lagrime, io mi stringevo al suo braccio come fuori di me, come se avessi voluto con quella stretta attaccarmi a quel passato che idolatravo; infine non potei più frenare i singhiozzi.
«Pietro si fermò in mezzo alla strada, commosso profondamente, ma non sorpreso