Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/198

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merne i battiti, dei quali il rumore mi spaventava.

«Oh, signor Raimondo... un uomo di ferro avrebbe avuto pietà di quest’agonia straziante, che mi affascinava però colla forza stessa del dolore, che mi strascinava a misurare tutta l’estensione della mia disgrazia... Pietro!... egli!... non ebbe pietà di quest’agonia, che pure avrebbe dovuto indovinare dalla calma disperata del mio accento, dal tremito convulso delle mie braccia, che si appoggiavano alla sua spalla, dalla terribile tensione del dolore che inaridiva le lagrime sulla mia orbita... Egli non ebbe una parola... una sola!... o piuttosto non ne ebbe la forza... Egli rimase colle labbra fredde e tremanti sulla mia mano, che recava quella percezione al cuore come una stilettata, cercandovi forse la forza di rispondermi.

«Un impeto cieco, disperato mi spingeva.

«— Son venuta a chiederti una grazia Pietro, — gli dissi; — questi ultimi quindici giorni che hai avuto la bontà di concedermi... io... io vorrei passarli in Aci-Castello... su quella bella spiaggia che visi-