Pagina:Verga - Una peccatrice.djvu/202

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come quelle sensazioni impercettibili, che formavano l’amore sovrumano di cui quest’uomo mi adorava, andassero morendo in lui... Io non potrò esprimere quello che ho provato di orribile in tutta l’intensità del dolore, quando, con la terribile lucidità che mi dà la mia angoscia, ho letto chiaramente in quel cuore... troppo chiaramente, per mia sventura!... la sorpresa, la tristezza di lui, direi anche il rimorso delle perdute illusioni del suo amore di un tempo che cerca invano... Io l’ho veduto, quell’uomo, quel cuore, chiudere gli occhi, immergersi nel vortice delle più tempestose carezze, soffocarmi coi più febbrili trasporti... frenetico... furibondo quasi, cercando quelle illusioni che avea adorato in me... e nulla!!... nulla!!... e staccarsene pallido, annichilato... quasi piangendo come un fanciullo, guardandosi attorno come smemorato, come cercando ancora quelle sensazioni che non sa più trovare in me... e che io!!!... disgraziata!!... io non posso più dargli!!...

«Oh, signore! nessuno!... no! nessuno potrà mai arrivare a comprendere la sublime agonia di quell’istante!