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100 | il maestro dei ragazzi. |
— Si fa tardi, signor maestro. È un’ora che son qui.
— No, non è tardi. A casa vostra lo sanno che siete qui. Piuttosto dite che vi aspettano le compagne, lì sull’uscio.
— No, no.
— O l’innamorato, eh? Sarà l’ora in cui suole passare col sigaro in bocca....
— Oh.... che dite mai, vossignoria!...
— Sì, sì, una bella ragazza come siete.... è naturale. Chi non si innamorerebbe, al vedere quegli occhi.... e quel sorriso.... e quel visetto furbo.
— Ma cosa gli salta in mente adesso?... —
E un giorno s’arrischiò anche a dirle, nel vano dell’uscio tutto illuminato dalla luna:
— Ah! foss’io quel tale!
— Lei, signor maestro!... Che dice mai! —
L’emozione lo prendeva alla gola, mentre la ragazza, per rispetto, non osava ritirare la mano che le aveva afferrata. E traboccarono frasi sconnesse: — L’amore che eguaglia: la