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il maestro dei ragazzi. | 101 |
poesia ch’è profumo dell’anima: i tesori d’affetto che si cristallizzano nelle anime timide; la divina voluttà di cercare il pensiero e il volto dell’amata nel raggio della luna, a un’ora data. — La ragazza lo guardava quasi impaurita, con grand’occhi spalancati, e tutta bianca nel raggio della luna.
— Non dimenticherò mai quest’ora che mi avete concesso, Agata! Nè questo nome! mai! Divisi, lontani.... ma ricorderemo.... entrambi....
— Mi lasci andare; mi lasci andare. Buona sera. —
L’inferma, appoggiata a un mucchio di guanciali, chiacchierava adagio adagio col fratello, seduto accanto al letto, ancora col cappello in testa e la mazzettina fra le gambe. Pareva che avesse a dirgli una cosa importante, dai silenzi improvvisi che le soffocavano la parola in gola, dalle occhiate lunghe che posava su lui, dai rossori fugaci che passavano sul