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vagabondaggio. | 7 |
disse poi Misciu, il ragazzo della stalla, tornando col fieno e la coperta. — Non fa altro che dormire, tutto il giorno. —
Intanto sopra i monti spuntava la prima stella; poi un’altra, poi un’altra. Compare Cosimo, sudando freddo, col naso in aria, le contava ad una ad una, e tornava a lamentarsi:
— Che non giunge mai compare Mommu? Che mi lasciate qui stanotte, come un cane?
— Tornerà, tornerà, non dubitate, — rispondeva Misciu accoccolato su di un sasso, col mento nelle mani.
— È andato a caccia nel Biviere. Alle volte passano mesi e settimane senza che lo veda anima viva. Ma ora ch’è Natale deve venire per prendere la sua roba. —
E il ragazzo, mentre ciaramellava, s’andava appisolando anche lui, col mento sulle mani, raggomitolato nei suoi cenci.
— Viene di notte, viene di giorno, secondo va la caccia. Quando si mette alla posta delle anatre, lo zio Carmine gli lascia la chiave sotto