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6 | vagabondaggio. |
seccato dal piagnucolare che faceva Nanni, seduto sulle calcagna.
Cadeva la sera, smorta, in un gran silenzio. Poi si udirono lontano le chiese di Francofonte, che scampanavano.
— La bella vigilia di Natale che mi mandò Domeneddio! — balbettò compare Cosimo, colla lingua grossa dallo spasimo.
— Sentite, amico mio, — disse infine lo zio Carmine, che sentiva l’umidità del Biviere penetrargli nelle ossa. — Qui non possiamo farvi nulla. Per farvi muovere come siete adesso, ci vorrebbe un paio di buoi.
— Che mi lasciate così, in mezzo alla strada? — si mise a lamentarsi compare Cosimo.
— No, no, siamo cristiani, compare Cosimo. Bisogna aspettare lo zio Mommu per darci una mano. Intanto vi manderò un fascio di fieno, e anche la coperta della mula, se volete. Il fresco della sera è traditore, qui nel lago, amico mio. Tredici anni che compro medicine!
— Ha la malaria nella testa il padrone, —