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vagabondaggio. | 11 |
gonfia come un otre, talchè bisognò tagliargli le brache per cavargliele, mentre la Gagliana, per modestia, si voltava dall’altra parte, cogli occhi bassi, preparando intanto ogni cosa lesta lesta: bende, stecche, empiastri, con certe erbe miracolose che sapeva lei. Poi si mise a tirare la gamba come un boia. Da principio compare Cosimo non diceva nulla, sudando a grosse gocce, e ansimando quasi facesse una gran fatica. Ma poi, tutt’a un tratto, gli scappò un grande urlo, che fece drizzare a tutti i capelli in testa.
— Lasciatelo gridare, che gli fa bene! —
Compare Cosimo faceva proprio come una bestia quando le si dà il fuoco. Talchè lo zio Carmine s’era alzato per vedere anche lui coi suoi occhioni assonnati. E Nanni strillava che pareva l’ammazzassero.
— Sembrate un ragazzo, compare Cosimo, — gli diceva l’oste. — Non vi hanno detto di star tranquillo? Foste in mano di qualche cerusico, pazienza!
— Stava fresco, Dio liberi! — saltò su la