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vagabondaggio. 17

Carmine, ch’era un buon diavolaccio, ne parlava con questo e con quello, e come seppe che uno della chiatta, lì vicino, era morto di malaria, disse subito a compare Cosimo:

— Questo è quello che fa per voi. —

E tanto disse e tanto fece, per mezzo anche dello zio Antonio, l’oste di Primosole, lì accanto al Simeto, che il capoccia della chiatta chinò il capo e disse di sì anche lui. D’allora in poi compare Cosimo rimase a tirar la fune, su e giù pel fiume; e con ogni conoscente che passava, mandava sempre a dire a sua moglie che sarebbe andato a vederla, un giorno o l’altro, e la bambina pure. — Verrò a Pasqua. Verrò a Natale. — Mandava sempre a dire la stessa cosa; tanto che comare Menica ormai non ci credeva più; e Nanni, ogni volta, guardava il babbo negli occhi, per vedere se dicesse davvero.

Ma succedeva che a Pasqua e a Natale s’aveva sempre una gran folla da tragittare; talchè quando il fiume era grosso c’erano più